Prospettiva a quadro inclinato di un prisma esagonale
L'esercitazione illustrata nel disegno a fianco è la rappresentazione in prospettiva di un prisma esagonale su quadro non verticale con asse principale PV-PP inclinato verso l'alto. Il solido sembrerà dunque restringersi progressivamente verso l'alto, con il classico “effetto grattacielo”. Per una migliore comprensione di tutto il procedimento, ti consiglio di seguire anche tutte le fasi rappresentate nel file pdf multipagina, che potrai scaricare da questa stessa pagina. Ti consiglio anche di consultare l'esercitazione relativa alla prospettiva a quadro verticale di un segmento verticale, che potrai trovare in questa stessa sezione e nello stesso gruppo (gruppo 1) cui appartiene l'esercizio qui trattato. Il procedimento inizia con la redazione del disegno preparatorio, in cui tutto il sistema è stato rappresentato in vista orizzontale e laterale. Nello stesso disegno preparatorio sono state individuate le tracce e le fughe necessarie per la successiva costruzione prospettica della base esagonale del solido, nonché le distanze notevoli h0 e h1 per posizionare correttamente LT, LO e PV. Nella restituzione prospettica inoltre sono stati riportati anche il cerchio di distanza, il cui raggio è uguale alla distanza di PV dal quadro, e la traccia circolare del cono visivo (vedi passo 4/27 del pdf multipagina) con linea tratto-punto. La fuga F4 di tutte le rette ortogonali al piano geometrale è stata individuata nel disegno preparatorio e riportata anche nella restituzione prospettica, come mostrato nel passo 10/27. Ribaltando sul quadro PV facendolo ruotare attorno alla F4 con una traiettoria appartenente ad un piano ortogonale al quadro medesimo, è stato individuato il punto M; ribaltando inoltre l'estremo C1 di un segmento di altezza pari all'altezza del solido e con vertice inferiore coincidente con T2 in modo da fargli compiere una rotazione attorno a T2 lungo un piano ortogonale al quadro, individueremo nella restituzione prospettica C* (leggasi “C asterisco”). Come si può notare nel passo 18/27, la retta s passante per C1 e il suo corrispondente ribaltato C* è parallela alla retta t passante per PV e il suo corrispondente ribaltato M: pertanto si può concludere che il punto M è anche la fuga della retta s e di tutte le rette ad essa parallele. Basta quindi collegare C* con M per trovare la retta s in prospettiva ed anche il punto C1 in corrispondenza dell'intersezione con la retta verticale r passante per T2 (passo 18/27). Il punto C1 appartiene ad un piano ortogonale al geometrale che contiene anche la verticale passante per il vertice D alla base ed anche la F3 sulla sua retta di fuga. Pertanto la retta passante per C1 e convergente verso F3 apparterrà anch'essa al piano suddetto e sarà parallela al piano geometrale; dalla intersezione di questa retta con la verticale tracciata dal punto D otterremo C', prospettiva del vertice superiore C del solido (passo 20/27). In maniera del tutto analoga troveremo anche il vertice G', prospettiva del vertice G alla estremità superiore dello spigolo verticale passante per il vertice H alla base. Avendo già individuato i due vertici sulla faccia esagonale superiore del solido, è facile trovare i rimanenti vertici sfruttando gli opportuni collegamenti con le fughe F1, F2 e F3 (passi 24-25/27).